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Il futuro delle banche fra scarsa redditività  e Big Tech

Parma, 9 novembre 2017 – La banca del futuro, per sopravvivere, non potrà ‘  prescindere dalla tecnologia e dalla digitalizzazione: è quanto emerso dal convegno ”€’˜Digital banking: driver di cambiamento e nuove strategie nel mercato europeo organizzato da Scouting in collaborazione con l”€’™Università ‘  degli Studi allo Csac.
Dopo i saluti di Cesare Azzali, presidente della Fondazione Collegio Europeo e di Gino Gandolfi, presidente Fondazione Cariparma e professore ordinario alla facoltà ‘  di Economia dell”€’™Università ‘  di Parma, la riflessione è partita dai dati dell”€’™osservatorio bilanci bancari 2016 analizzati da Rinaldo Sassi, AD di Scouting.
I numeri confermano come il sistema bancario europeo sia ancora in sofferenza. Dal 2005 ad oggi, in Europa, gli istituti di credito sono calati di 2000 unità ‘ . In Italia, tra il 2012-2016, si sono chiuse 3546 filiali (e sarebbe necessaria una riduzione di ulteriori 2700 sportelli). ”€’œTre sono le parole chiave ”€’“ ha spiegato Rinaldo Sassi ”€’“ capitale, crediti deteriorati e redditività ‘  e in Italia permane in particolare il problema della redditività ‘ . Le banche non sono in grado di gestire il rischio, anche se è là ‘¬ che sarebbero chiamate a operare. E in futuro, con la digitalizzazione e l”€’™arrivo di nuove piattaforme lending, non potranno pià ‘¹ nemmeno contare su parte delle commissioni che oggi percepiscono a causa della concorrenza derivante dai nuovi big tech. Proprio ciò comporterà ‘  l’esigenza di rivedere il modello di business costringendo gli istituti a scelte di specializzazione d’offerta e di segmentazione della clientela”€’.
Roberto Ruozzi professore emerito dell”€’™Università ‘  Bocconi, che ha moderato il convegno, nella sua introduzione, riprendendo il tema della redditività ‘ , ha ribadito: ”€’œà ‘ˆ da questo che dipende tutto e bisogna prendere coscienza che la crisi delle banche non è un fatto congiunturale. Queste ultime sono al centro della pià ‘¹ grave crisi strutturale di sempre, quindi in agenda non bisogna solo mettere il taglio dei costi e la riduzione degli sportelli. Bisogna pensare a quale offerta e in quale modo si potrà ‘  fare banca sfruttando le nuove tecnologie, perché quelle che non saranno in grado di cambiare usciranno dal mercato”€’. ”€’œNon si tratta di un futuro lontano, non parliamo di ”€’˜futuribile”€’™ ma di cose che stanno accadendo già ‘  oggi”€’ ”€’“ ha concluso Ruozzi presentando due casi concreti di società ‘  che con il digitale operano da tempo.
La prima, Smartika, una società ‘  specializzata in peer to peer lending ossia una piattaforma autorizzata da Banca d’Italia capace di mettere in contatto privati che prestano denaro ad altri privati, senza passare attraverso i canali tradizionali. La seconda Advise Only, è fatta di consulenti finanziari che assistono i clienti nelle attività ‘  di investimento del portafoglio titoli grazie a regole matematiche, algoritmi e software (Robo advisor). Serena Torielli, Ceo di Advise Only, ha spiegato come, in realtà ‘ , la tecnologia e il digitale servano a potenziare e migliorare il lavoro dell”€’™uomo, non a sostituirlo. ”€’œE non si tratta né di robot né di advisor ma sono algoritmi che aiutano a fornire una gestione dei portafogli automatizzata: l”€’™uomo rimane fondamentale in questo processo e anzi potenzia con la tecnologia la sua capacità ‘  di servire meglio i clienti”€’.
Maurizio Sella, presidente di Smartika, a proposito di p2p, ha sottolineato come in Italia la mentalità ‘  non sia ancora molto aperta rispetto a questi temi, anche se in realtà ‘  si tratta di un sistema di concessione del credito veloce e con un tasso d”€’™insolvenza bassissimo.
Un probabile scenario di quanto accadrà ‘  fra non molto è stato tracciato da Emiliano Carchen, manager di Oliver Wyman, che ha prospettato come i ”€’œBig Tech”€’ (Google, Apple, Facebook, Amazon) che già ‘  offrono servizi di pagamento e che hanno accesso diretto alla clientela, saranno i principali concorrenti delle banche, le quali non dovranno farsi relegare al ruolo di back office, pena un forte ridimensionamento.

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